Luca Broggi reviewed Anna Karenina by Lev Nikolaevič Tolstoy
Review of 'Anna Karenina' on 'Goodreads'
3 stars
Il libro è indubbiamente bello. Quest'edizione è meravigliosa e la traduzione è in generale tra le migliori che io abbia mai letto, da qualsiasi lingua: scorrevole, non ci sono arcaicismi, è pura e priva di note che rallentino la lettura.
Lo stile è scorrevole e la cosa migliore di tutte è senz'altro il narratore, che esprime pensieri lucidi ed è sempre sagace e chiaro.
Certo è che alcune cose non mi vanno giù, a partire da quello che la storia mi lascia: possibile che il senso sia "l'onore sopra ogni cosa"?
Se Anna muore, è perché ha ceduto alle lusinghe di un uomo. E lo ha fatto come una qualsiasi donna, cioè in modo esagerato e totale, senza accorgersi di infangare il marito e l'amante, dimenticando il figlio (della figlia chi se ne è mai fregato?). Il senso del romanzo è che Anna ha sbagliato, che ha buttato via la …
Il libro è indubbiamente bello. Quest'edizione è meravigliosa e la traduzione è in generale tra le migliori che io abbia mai letto, da qualsiasi lingua: scorrevole, non ci sono arcaicismi, è pura e priva di note che rallentino la lettura.
Lo stile è scorrevole e la cosa migliore di tutte è senz'altro il narratore, che esprime pensieri lucidi ed è sempre sagace e chiaro.
Certo è che alcune cose non mi vanno giù, a partire da quello che la storia mi lascia: possibile che il senso sia "l'onore sopra ogni cosa"?
Se Anna muore, è perché ha ceduto alle lusinghe di un uomo. E lo ha fatto come una qualsiasi donna, cioè in modo esagerato e totale, senza accorgersi di infangare il marito e l'amante, dimenticando il figlio (della figlia chi se ne è mai fregato?). Il senso del romanzo è che Anna ha sbagliato, che ha buttato via la sua vita per cedere al sentimento. A me questo dicevano quei paragrafi che raccontavano benissimo il suo delirio prima del climax della sua storia.per tutto il romanzo, si mostra continuamente che l'amore di un uomo è sempre ragionato, opportuno, mai sfrenato e soprattutto sempre secondario in confronto al resto.
E infatti della sua morte non ne parla nessuno. Giusto un cenno al dolore dell'amante, che comunque è colpevole in parte di averla assecondata.
Ed ecco l'altro tasto dolente: la morale. Levin, tanto caro e buono, perché ha dovuto rinnegare le idee progressiste e ragionate? Perché ha dovuto cedere all'essere tradizionalista, bigotto e - estrapolando - uno qualunque dei milioni di Russi del popolo (quest'espressione compare alla fine del romanzo)? Perché il bene è dettato dalla religione, ovviamente! E lui ha peccato di superbia nel cercare spiegazioni razionali.
Insomma, la storia è fantastica, raccontata bene, ma purtroppo la fine mi ha fatto arrabbiare. Ma in fondo ho capito che il motivo per cui mi piacciono i romanzi dell'ottocento è proprio il fatto che il mondo sembra funzionare in modo diverso!
Ps. Spero sinceramente che qualcuno mi dica che non ho capito niente e corregga la mia visione della storia.