"C'era un muro... Come ogni altro muro, anch'esso era ambiguo, bifronte. Quel che stava al suo interno e quel che stava al suo esterno dipendevano dal lato da cui lo si osservava." Sui dei fronti del muro, due pianeti gemelli, Urras e Anarres, illuminati da uno stesso sole ma divisi da una barriera ideologica antica di secoli. Urras è fittamente popolato, tecnologicamente avanzato, ricco, florido, retto da un'economia liberista. Da qui sono partiti nella notte dei tempi i seguaci di Odo che hanno colonizzato l'arido Anarres, fondandovi una comunità anarchico-collettivista che non conosce concetti come proprietà, governo, autorità. In questa società apparentemente perfetta nasce Shevek, genio della fisica alle prese con un'innovativa teoria del tempo, un vero "cittadino del cosmo" che dedicherà la vita ad abbattere il muro che separa da sempre i pianeti gemelli. Un'ambigua utopia, come recita il sottotitolo originale del romanzo, "I reietti dell'altro pianeta" è una …
"C'era un muro... Come ogni altro muro, anch'esso era ambiguo, bifronte. Quel che stava al suo interno e quel che stava al suo esterno dipendevano dal lato da cui lo si osservava." Sui dei fronti del muro, due pianeti gemelli, Urras e Anarres, illuminati da uno stesso sole ma divisi da una barriera ideologica antica di secoli. Urras è fittamente popolato, tecnologicamente avanzato, ricco, florido, retto da un'economia liberista. Da qui sono partiti nella notte dei tempi i seguaci di Odo che hanno colonizzato l'arido Anarres, fondandovi una comunità anarchico-collettivista che non conosce concetti come proprietà, governo, autorità. In questa società apparentemente perfetta nasce Shevek, genio della fisica alle prese con un'innovativa teoria del tempo, un vero "cittadino del cosmo" che dedicherà la vita ad abbattere il muro che separa da sempre i pianeti gemelli. Un'ambigua utopia, come recita il sottotitolo originale del romanzo, "I reietti dell'altro pianeta" è una narrazione che, fingendo di parlare del futuro, racconta il mondo di oggi.
Listened to the '87 CBC audio drama of it and it was such a time capsule to audio productions from another era. The specific seductive feminine voice, the music, the way shevek sounds like he is the voice actor for some favourite Canadian children's cartoon.
Qualcunǝ era di sinistra, perché aveva letto della rivoluzione di Anarres
5 stars
[Vecchia recensione esportata da altro sito]
Iniziato entro un gruppo di lettura, lasciato a metà per sospensione del gruppo, ripreso in mano e terminato di volata durante l'estate (con una pausa in corrispondenza del mare), ne è valsa la pena fino all'ultima virgola – perché The Dispossessed potrebbe essere uno dei miei romanzi preferiti di sempre, a prescindere da epoca lingua e genere.
Già sapevo dal ciclo di Terramare che zia Ursula è una maestra a rendere affascinanti e tangibili le vite quotidiane di società immaginarie ma plausibili, e a farci empatizzare con le piccole grandi storie di personaggi eminentemente umani per quanto ben lontani dal nostro vissuto (il che è la forma più bella di escapismo: quella che poi ci riporta a casa), ma a questo giro la nostra ha toccato due corde che per me valgono tanto: non solo The Dispossessed è uno racconto antropologico che contrappone una …
[Vecchia recensione esportata da altro sito]
Iniziato entro un gruppo di lettura, lasciato a metà per sospensione del gruppo, ripreso in mano e terminato di volata durante l'estate (con una pausa in corrispondenza del mare), ne è valsa la pena fino all'ultima virgola – perché The Dispossessed potrebbe essere uno dei miei romanzi preferiti di sempre, a prescindere da epoca lingua e genere.
Già sapevo dal ciclo di Terramare che zia Ursula è una maestra a rendere affascinanti e tangibili le vite quotidiane di società immaginarie ma plausibili, e a farci empatizzare con le piccole grandi storie di personaggi eminentemente umani per quanto ben lontani dal nostro vissuto (il che è la forma più bella di escapismo: quella che poi ci riporta a casa), ma a questo giro la nostra ha toccato due corde che per me valgono tanto: non solo The Dispossessed è uno racconto antropologico che contrappone una società liberal-capitalista post-scarsità (e in tralice la speculare società comunista autoritaria) a una comunità anarchica libertaria che sopravvive caparbia nella ristrettezza, non solo tanta parte del conflitto verte su come una società orizzontale e federativa può nondimeno ricadere nella gerarchia o comunque nella stagnazione, non solo ci sono scene straordinarie e terribili di vita agraria e di movida accademica – ma in più tutto questo lo esperiamo attraverso la storia di formazione del nostro buon Shevek, che a mio parere di uomo autistico è palesemente un individuo neurodivergente con la classica combinazione di interessi assorbenti + rispetto ingenuo per le regole + penetrante senso critico, e buona parte del suo viaggio personale consiste nel costruirsi una propria comunità stretta come punto di partenza per cambiare in meglio il suo mondo (e poi il suo sistema solare) un passo per volta. È stato straordinario sentirmi così rappresentato in Shevek e Takver che diventano il cuore aggregante della loro famiglia elettiva ad Abbenay, e commuovermi fino alle lacrime per le orazioni di Shevek sul senso della lotta odoniana e la volontà costantemente rinnovata di creare un mondo nuovo e migliore – un elogio dell'anarchia positiva più potente, poetico e toccante di mille manifesti.
Certo, ci sono alcune piccole sbavature d'intreccio (o grandi, nel caso di una certa scena violenta nel capitolo otto), ma se ho apprezzato di gusto un grande romanzo antitetico alla mia sensibilità quale Starship Troopers a maggior ragione sarò clemente con un testo così tanto nelle mie corde e mi "limiterò" a problematizzarlo senza fustigarlo – e a recuperare opere che siano in continuità con questo filone.
Grazie di questo capolavoro, zia Ursula; i compagni e le compagne se ne vanno ma restano nei nostri cuori, e le nostre idee continuano a indirizzarci.
...und erst recht diejenigen, die sich selbst als politisch links einordnen würden.
Der Protagonist Shevek lebt in einer anarchistischen Gesellschaft auf dem Mond Anarres, wo er sein Leben der Physik verschrieben hat. Das Buch erzählt abwechselnd aus der Vergangenheit und aus der Gegenwart, wo Shevek den Mond verlässt, um seine Forschungen in der kapitalistischen Gesellschaft auf dem Planeten Urras zu betreiben. Die beiden Handlungsstränge sind dabei sehr schön verwoben, immer wieder gibt es in der Gegenwart Momente, die im Kontext der vorigen Erzählung aus der Vergangenheit in einen anderen Kontext gerückt werden.
Keine der beiden Handlungsstränge ist jedoch konfliktfrei; in der Gegenwart muss Shevek sich in einem kapitalistischen System zurechtfinden, Machtspielchen mitspielen und sich selbst als Bauer im großen Schachspiel der Mächte auf Urras begreifen. Die Kapitel auf Anarres sind weniger akut konfliktreich, dafür erkunden sie umso mehr die positiven Seiten – aber, und das hat mir auch sehr gut …
...und erst recht diejenigen, die sich selbst als politisch links einordnen würden.
Der Protagonist Shevek lebt in einer anarchistischen Gesellschaft auf dem Mond Anarres, wo er sein Leben der Physik verschrieben hat. Das Buch erzählt abwechselnd aus der Vergangenheit und aus der Gegenwart, wo Shevek den Mond verlässt, um seine Forschungen in der kapitalistischen Gesellschaft auf dem Planeten Urras zu betreiben. Die beiden Handlungsstränge sind dabei sehr schön verwoben, immer wieder gibt es in der Gegenwart Momente, die im Kontext der vorigen Erzählung aus der Vergangenheit in einen anderen Kontext gerückt werden.
Keine der beiden Handlungsstränge ist jedoch konfliktfrei; in der Gegenwart muss Shevek sich in einem kapitalistischen System zurechtfinden, Machtspielchen mitspielen und sich selbst als Bauer im großen Schachspiel der Mächte auf Urras begreifen. Die Kapitel auf Anarres sind weniger akut konfliktreich, dafür erkunden sie umso mehr die positiven Seiten – aber, und das hat mir auch sehr gut gefallen, auch die Fallstricke, die dem Ideal einer anarchistischen Gesellschaft letztendlich doch entgegenstehen. Shevek rückt niemals davon ab, dass die Gesellschaft auf Anarres gerechter ist, doch merken er und seine Freund*innen, dass die menschliche Natur auch dort Wege findet, um Macht und Bürokratie zu manifestieren, wenn auch weit subtiler als in kapitalistischen oder sozialistischen Gesellschaften.
Die Erzählungen aus der Vergangenheit enden dort, wo das Buch in der Gegenwart beginnt, sodass am Ende auch noch ein schönes Schleifchen um die Geschichte gedreht wird. Ich lag wirklich lange wach, nachdem ich das Buch abends gelesen habe und dachte über meine persönliche Beziehung zu der dort geschilderten Gesellschaft nach. Diskussionsstoff mit meinen Freund*innen hat es mir auch schon einigen gegeben. Ich würde das Buch eigentlich jedem ans Herz legen, der sich für die hier besprochenen Themen interessiert.
Einen halben Stern Abzug gibt es für die Party-Szene, in der Shevek zum ersten Mal Alkohol trinkt (auf Anarres gibt es keinen) und gegenüber einer Frau sexuell übergriffig wird. Die Szene existiert nicht ohne narrativen Grund, allerdings hat ihre Folgenlosigkeit für die weitere Handlung einen etwas bitteren Nachgeschmack bei mir hinterlassen.
Una obra maestra sobre la dicotomía individualidad - sociedad
5 stars
Ursula K. Le Guin trata con maestría conceptos tan profundos y filosóficos como qué es la libertad en una sociedad organizada. Se acerca a cómo se organizan las sociedades mediante sus leyes y sistemas económicos. Y, además, te va descubriendo todo esto con una alternancia de capítulos entre una ubicación y otra bastante bien manejada.
Me costó que me enganchase al principio, pero luego me ha encantado. Para mí, a la altura de clásicos como Un Mundo Feliz, me ha hecho reflexionar mucho y me ha marcado.
Un libro bellissimo, che parla di anarchia più di quanto i testi anarchici criptici e volutamente astrusi alla comprensione abbiano mai fatto.
La descrizione perfetta di una società capitalistica, patriarcale, guerrafondaia, classista in contrapposizione a chi ha effettuato la scelta di non volere più nulla di questo, di voler scientemente non possedere nulla di materiale o immateriale per poi in realtà condividere tutto.
Certo nulla è perfetto e ci sarà sempre chi cercherà di esercitare il potere anche se in modo lieve, qualcosa scricchiola.
Questo libro è entrato a far parte dei miei "libri fondamentali", quelli da dover leggere almeno una volta nella vita.
Esse é um livro que faz pensar, faz questionar várias coisas e refletir se elas vão poderiam ser diferentes. Tudo que Shevek tem é uma ideia, e quem espera muita ação vai ser decepcionar, pois tudo que ele tem é uma ideia. Uma ideia que, de certa forma é parresiasta, apostando a vida dele contra a sua.
Demorei uns seis meses para ler o livro, mas acredito que ele irá reverberar por muito mais tempo comigo. Vale a pena.
This book blew. My. Mind.
I'm serious, for this alone Ursula K Le Guin became my fav sci-fi author, leaps and bounds above anybody else.
She showed me what you can do with science fiction, how you can break the limits of the imagination.
It is the first time I actually managed to picture a non-hierarchical society and it is so real, so visceral, that things clicked and I realized that "wait, this is possible!?"
And she does that with a completely made up story set in two completely made up societies, both fleshed out with their greatness and infamy, their ideologies and contradictions.
It is NOT an easy read: Le Guin happily forces your brain to do some mental gymnastic, where things don't make any sense until a few pages later when they suddenly, perfectly do, things click in place and your mind is blown.
It is the book …
This book blew. My. Mind.
I'm serious, for this alone Ursula K Le Guin became my fav sci-fi author, leaps and bounds above anybody else.
She showed me what you can do with science fiction, how you can break the limits of the imagination.
It is the first time I actually managed to picture a non-hierarchical society and it is so real, so visceral, that things clicked and I realized that "wait, this is possible!?"
And she does that with a completely made up story set in two completely made up societies, both fleshed out with their greatness and infamy, their ideologies and contradictions.
It is NOT an easy read: Le Guin happily forces your brain to do some mental gymnastic, where things don't make any sense until a few pages later when they suddenly, perfectly do, things click in place and your mind is blown.
It is the book that made me understand how the limits of our current society are, first and foremost, limits of our imagination, and I don't say this lightly.
This book blows our minds, because we have been robbed of the ability to imagine a better, if imperfect, world.
Wow. What else is there to say? This book was a buffet of ideas ranging from sexism, capitalism, socialism, the military-industrial complex, and politics. I especially enjoyed Le Guin's writing on women, but anarchist and archist, through the eyes of the anarchist main character. For the first few chapters I was amazed at Le Guin's interpretation at an anarchist utopian, and took it as a blueprint for the work we socialists have to do here on Earth. But as the book progressed we learned more about the so-called utopia and it's possible fault -- one of which being politics and the formation of government--and I finished the book with more questions than answers. This was a delightful and nerdy read.
I mean, everybody has read it already over here, right?
The only thing I would "criticise" are some outdated and not very inclusive ideas/concepts.
However, this is only pushing me to find more queer and contemporary fiction. Or, worst case scenario, write it myself. :P
Una obra que vuelve a usar la ciencia ficción como entrada pero que es un análisis y una reflexión sobre la sociedad, desde la luna Anarres, donde la sociedad se organiza en un modo anarquista/socialissta al planeta Urras, donde tras un conflicto estos últimos fueron expulsados y donde el planeta se organiza en base a oligopolios y un capitalismo salvaje. Como nexo entre ambos mundos el protagonista intenta establecer un diálogo, intentando propiciar el desarrollo de ambas sociedades con la colaboración científica. Un libro que no deja de ser una reflexión y un golpe sobre la mesa sobre la política, la sociedad y el papel de la ciencia y los científicos.